Giugno 27 2024 0Comment

INFORTUNI E MOBILITÀ SOSTENIBILE

INFORTUNI E MOBILITÀ SOSTENIBILE

È il titolo del secondo Quaderno di AIFOS del 2024 che è on-line! Cercatelo tra le pubblicazioni dell’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro [https://aifos.org/home/news/pubblicazioni/quaderni/quaderni]

La presentazione del QUADERNO AIFOS è affidata al Direttore dei Quaderni, avvocato Lorenzo Fantini.

Presentazione che vi riportiamo qqui di seguito:

Le attuali sfide ambientali, sempre più urgenti e preoccupanti, impongono di rivedere le pratiche di trasporto per uno sviluppo equo e duraturo. La mobilità sostenibile assume un ruolo fondamentale in questo processo quale forza di cambiamento e di sviluppo. Tutte le nazioni, il mondo produttivo e i singoli cittadini sono chiamati ad un esercizio di responsabilità e di azione per promuovere una crescita sostenibile.  In particolare, le amministrazioni pubbliche devono rispondere ad un dettame di legge che impone la realizzazione e l’adozione di un piano degli spostamenti casa-lavoro dei propri dipendenti in ottica di sostenibilità supportate da azioni di sensibilizzazione e comunicazione efficaci per aumentare la consapevolezza rispetto ai temi della sostenibilità e per la riduzione degli infortuni in itinere”.

 

Quello che avete letto è un estratto del contributo a firma Inail che troverete nelle prossime pagine di questo Quaderno, dedicato agli infortuni e alla mobilità sostenibile.

 

Abbiamo scelto di approfondire questa tematica perché, proprio gli ultimi anni, quelli successivi alla pandemia da Covid-19 per intenderci, sono stati caratterizzati da particolari innovazioni sul fronte della mobilità urbana dei lavoratori: termini come car sharing o car pooling sono diventati usuali e sono ormai identificati come elementi che contraddistinguono le politiche adottate per agevolare gli spostamenti dalla propria residenza o domicilio verso il luogo di lavoro, diminuire i veicoli in circolazione e, di riflesso, ridurre i livelli di emissione di anidride carbonica nell’atmosfera.

 

Oltre a ciò, tra indicazioni istituzionali e i vari fondi ministeriali erogati, abbiamo poi avuto modo di conoscere due nuovi “protagonisti” che sono andati ad arricchire e caratterizzare lo scenario aziendale: il Mobility Manager e il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL). L’uno rappresenta il fattore umano, vale a dire la figura professionale che promuove la mobilità sostenibile e supporta la pianificazione di tutte le misure organizzative per favorire il benessere dei dipendenti; l’altro è quel documento che si propone di individuare le soluzioni migliori in termini di costi/benefici e di condivisione attraverso analisi e valutazione dei rischi che possono insorgere dall’utilizzo di un determinato mezzo di trasporto.

 

Di fronte a queste novità e cambiamenti organizzativi, la tutela dell’infortunio in itinere ha acquistato, gioco forza, un aumentato impatto per la valutazione delle scelte – non solamente aziendali, ma istituzionali – da intraprendere.

 

E, a cascata, anche la valutazione delle coperture assicurative dei vari mezzi a disposizione rispetto all’infortunio in itinere ha assunto connotati decisamente inaspettati e ancora in evoluzione.

 

In tale contesto, bisogna sottolineare quanto incidano, a livello infortunistico, i sinistri stradali (non solo infortuni sul lavoro, ma anche in itinere), nonostante la copertura assicurativa Inail. Basti pensare all’aumento, in tripla cifra, degli infortuni nel settore dei trasporti e della logistica, come da Rapporto Inail 2023 che, nonostante risentano degli anni della pandemia, rappresentano un elemento di criticità impossibile da sottostimare.

Ecco allora che, la mobilità sostenibile rappresenta, dunque, non solo una scelta etica, ma evidentemente un’opportunità per ridisegnare gli scenari, a maggior ragione quelli della sicurezza sul lavoro che, emblematicamente, diviene uno dei primi settori dove direzionare le politiche da intraprendere, una sorta di imprescindibile cartina di tornasole: si tratta di un percorso e un impegno condiviso dalla società per il miglioramento economico, ambientale e sociale.

 

La rapida transizione digitale a cui stiamo assistendo sta contraddistinguendo non solo le scelte a breve termine, ma gli stessi sviluppi futuri della mobilità (in particolare, come ben segnalato da Giovanni Piglialarmi, in riferimento all’utilizzo dell’intelligenza artificiale in termini di ottimizzazione del traffico, di integrazione multimodale, di servizi di mobilità condivisa, di veicoli elettrici, di manutenzione predittiva e sviluppo di veicoli autonomi).

 

In considerazione di tale contesto, in cui la mobilità sostenibile è determinata dalla connessione e dall’integrazione tra mezzi, servizi, esigenze e tecnologie, è necessario disciplinare le logiche e le metodologie di governance per raggiungere gli obiettivi. È un processo che riguarda regole, politiche, processi decisionali e coordinamento a diversi livelli e settori e che coinvolge tutti, dalle istituzioni al mondo produttivo, fino alla società civile.

 

Per questo occorre fare un ragionamento in termini complessivi e di sostenibilità, che sia coerente con la previsione di cui al secondo comma dell’articolo 41 della Costituzione, che precisa come l’iniziativa economica privata (che il primo comma qualifica come “libera”) non possa svolgersi in modo tale da mettere in pericolo la salute e sicurezza e l’ambiente. Come ha detto l’esploratore inglese Robert Swan, primo a raggiungere entrambi i poli, “La più grande minaccia al nostro pianeta è la convinzione che lo salverà qualcun altro”.

 

avv. Lorenzo Fantini
Direttore dei Quaderni della Sicurezza AiFOS

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